Un’autocritica così, nessuno se l’aspettava: “Bisogna ammettere che abbiamo sbagliato”. E ancora: “I padri fondatori dell’euro sono stati troppo ambiziosi”. Non lo scrive uno dei tanti euroscettici che si fregano le mani, a destra come a sinistra: non è Antonio Martino né Giorgio La Malfa, per citare due politici ed economisti di scuola e collocazione diversa, l’uno seguace di Milton Friedman e l’altro allievo di Franco Modigliani. No, l’autodafé, pubblicato in prima pagina dal Sole 24 Ore sotto il titolo “Il re è nudo”, viene niente meno che da Guido Tabellini, rettore dell’Università Bocconi, economista apprezzato urbi et orbi, in corsa per il Tesoro nel governo dei tecnici guidato da Mario Monti.
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Stefano Cingolani